«And love finds a voice of some sort». Omosessualità e (auto)censura nella letteratura inglese e francese (1870-1930)

Riferimento: 9788843099245

Editore: Carocci
Autore: Stanco M. (cur.)
Collana: Lingue e letterature Carocci
In commercio dal: 23 Luglio 2020
Pagine: 152 p., Libro in brossura
EAN: 9788843099245
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«And love finds a voice of some sort». Omosessualità e (auto)censura nella letteratura inglese e francese (1870-1930)

«And love finds a voice of some sort». Omosessualità e (auto)censura nella letteratura inglese e francese (1870-1930)

 

Descrizione

L'amore tra due persone dello stesso sesso ha costituito a lungo un tabù innanzitutto lessicale, un peccatum mutum, la cui sola nominazione esponeva a pesanti sanzioni sia religiose sia legali. Di conseguenza, gli autori che nel corso dei secoli hanno avvertito il bisogno di parlare di omosessualità non solo hanno subito censure esterne, ma sono stati anche costretti a mettere in atto preventive forme di autocensura, relative sia al linguaggio sia alla diffusione delle proprie opere. Nel periodo storico 1870-1930 si assiste a un fenomeno, almeno in apparenza, paradossale: un'epoca generalmente considerata come una tra le più repressive e omofobe (a causa di una serie di riforme legislative e la messa in atto di condanne esemplari) è al contempo l'epoca che testimonia l'invenzione stessa del termine "omosessualità" e, dunque, la nascita di una "letteratura omosessuale" nel senso moderno del termine. A partire da tali premesse, il volume esplora l'emergere e il successivo consolidarsi di una letteratura velatamente o scopertamente omosessuale nell'Inghilterra fin de siècle e nella Francia della belle époque: da Wilde ai poeti uraniani, a un insieme di autori semiclandestini, fino a Forster e a Proust. Ne viene fuori un quadro ampio e variegato, in cui convergono storia della sessualità e storia del libro e in cui non solo si rileggono autori noti attraverso percorsi critici inediti, ma si ridà anche voce a un corpus di testi sommersi, strappandolo a quel silenzio al quale la censura del tempo l'aveva condannato.