Io c'ero davvero. Reportage da due virus: il Covid e il giornalismo

Riferimento: 9788833243696

Editore: Minerva edizioni (bologna)
Autore: Ormezzano Gianpaolo
Collana: Ritratti
In commercio dal: 23 Giugno 2021
Pagine: 191 p., Libro rilegato
EAN: 9788833243696
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Io c'ero davvero. Reportage da due virus: il Covid e il giornalismo

Io c'ero davvero. Reportage da due virus: il Covid e il giornalismo

 

Descrizione

«Il mondo non aveva nessun bisogno di questo libro, mentre ne avevo io di scriverlo, per sgravarmi di fortune, fatiche, incubi e anche (e soprattutto) allegrie spesso esagerate ergo colpevoli. È nato come rassegna mia onanistica delle cose buffe, tragiche, buffe, strane, buffe, interessanti, buffe, assurde, buffe, belle, buffe, brutte arrivatemi addosso e rimastemi dentro dal diciamo 1953, primo articolo su Tuttosport, a stamattina, con i massimi attori-campioni mondiali nel mio vasto diorama sportivo. Mi hanno detto che con 25 Olimpiadi (estive e invernali) sono diventato primatista mondiale di giornalismo ai Giochi e non me ne frega niente. Sono soltanto dispiaciutello per la fine del mio giornalismo diciamo classico, quello dell'andare-vedere-raccontare. Io di quella mucca sacra ho munto e bevuto tanto latte, bene così (per me). Adesso i giornalisti sportivi e non solo fanno montare il latte spesso rancido dalla televisione, lavorando comodi a casa. Il viaggio massimo rischia di diventare quello per raggiungere la redazione, se ancora esiste e non è un ologramma tecnologico. A libro appena finito il Covid mi ha aggredito. Me la sono cavata, ribaltando certi pronostici del genere scientifico-gufesco. Cinque diversi ricoveri in un mese tutto tremendo. Con anni 85 e polmoni 2 invasi dal virus, non è stato il caso di impegnare la macchina della terapia intensiva. Mi hanno salvato le mentine (vedasi biografia) al posto delle sigarette. E ne è uscito l'ennesimo mio reportage, il più sofferto direi. In paragone a esso, la minirassegna finale di articoli significativi e cosine giornalistiche varie può sembrare una lunga mia gita nel paese dei balocchi.» (l'autore)