Parliamo greco (senza saperlo)

Riferimento: 9786185329266

Editore: ETPbooks
Autore: Mattioli Maria
Collana: Saggi & critici
In commercio dal: 27 Dicembre 2019
Pagine: 356 p., Libro
EAN: 9786185329266
20,00 €
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Parliamo greco (senza saperlo)

Parliamo greco (senza saperlo)

 

Descrizione

La lingua greca, da quando per la prima entrò in contatto con le popolazioni dell'Italia antica, non ha mai smesso di influenzarne i linguaggi. È del risultato di questa influenza, continuativa e sostanziale, che si cerca di dare una visione d'insieme, la più chiara ed esaustiva possibile. In quest'opera, che non è né vuole essere una storia della lingua greca, viene quindi fotografato lo stato attuale dei rapporti tra il greco e le altre lingue europee (o dovremmo dire indoeuropee). Oltre 3000 parole greche, siano essi prestiti o antiprestiti poco cambia, un vasto repertorio di nomi propri di origine greca, radici, suffissi, prefissi, costituiscono un potente strumento di dialogo tra le lingue qui prese in esame, che, grazie ad essi, si rivelano più vicine di quanto non si immagini. Un secondo fenomeno, poi, quello dei calchi, ovvero la traduzione delle parole greche in latino, iniziato già nella Roma arcaica con Andronico e proseguito con autori quali Plauto e Cicerone, ha fatto sì che si creassero neologismi latini, ma dall'anima profondamente greca. Prestiti ed antiprestiti paralleli e calchi permettono dunque di dire che la provocazione "parliamo greco" non è poi così lontana dalla realtà. Fondamentale per quest'opera è tuttavia cercare di evidenziare quanto questo patrimonio linguistico, profondamente penetrato nelle varie lingue, possa essere impiegato per mettere in comunicazione le moderne lingue europee tra di loro; far sì che esse possano riconoscersi reciprocamente sorelle. La lingua greca, che essendo nel DNA delle lingue europee, continua ad essere impiegata per creare straordinari neologismi, si rivela essere uno strumento di decodificazione, ma anche di produzione di concetti. Anche oggi la Grecia continua a ricordarci, che, volente o nolente, ogni popolo che sia entrato in contatto con la sua lingua ha da lei ricevuto in omaggio un patrimonio archetipico, duttile, creativo, capace di far riscoprire la necessità di sentirsi comunità umana, al di là dei confini politici, oggi più o meno esistenti.