Meraviglia senza tempo. Gli studi dopo la mostra. Atti del Convegno di studi (Roma, Galleria Borghese, 2023). Ediz. illustrata

Riferimento: 9788874616800

Editore: Mandragora
Autore: Cappelletti F. (cur.), Cavazzini P. (cur.)
In commercio dal: 15 Aprile 2024
Pagine: 240 p., Libro in brossura
EAN: 9788874616800
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Meraviglia senza tempo. Gli studi dopo la mostra. Atti del Convegno di studi (Roma, Galleria Borghese, 2023). Ediz. illustrata

Meraviglia senza tempo. Gli studi dopo la mostra. Atti del Convegno di studi (Roma, Galleria Borghese, 2023). Ediz. illustrata

 

Descrizione

Il volume dà conto della giornata di studio che si è tenuta a conclusione della mostra Meraviglia senza tempo allestita presso la Galleria Borghese (25 ottobre 2022-29 gennaio 2023) e ideata a partire dalla collezione del museo. In questo contesto, i materiali, la loro ricerca, la loro lavorazione, le interazioni tra i vari artigiani responsabili dei supporti pittorici e delle cornici sono stati oggetto di vari studi e di questi saggi. L'uso pittorico della pietra, così frequente nelle architetture romane dal tardo Cinquecento, è stato esaminato in relazione alla sfarzosa cappella Paolina di Santa Maria Maggiore, edificata per volontà di Paolo V. Inoltre, si è indagata l'origine della pittura su pietra che non può più essere datata intorno al 1530, come spesso si è sostenuto, ma a prima del Sacco di Roma del 1527, forse già nel 1522, quando Sebastiano del Piombo aveva previsto di dipingere la pala d'altare della cappella Chigi a Santa Maria del Popolo su conci di peperino. Se pochissimi pittori si specializzarono in questo genere artistico, molti lo praticarono in modo occasionale; la disponibilità locale di certe pietre e la specializzazione di alcuni artigiani nel lavorarle hanno significativamente condizionato le loro scelte. Negli anni venti in area veneta la passione per i supporti lapidei andò tramontando; nella Roma barberiniana invece la produzione di dipinti su pietra per una clientela raffinata passò nelle mani di gioiellieri che lavoravano lapislazzuli e ametiste, mentre l'alabastro fu destinato a un collezionismo minore. In questo infinito gioco offerto dalle pietre è difficile sottrarsi al loro fascino: per Roger Caillois sono segnali di una bellezza primigenia, più vasta di quella intuibile dall'uomo. Alchimia, magia, fede e scienza ci aiutano a penetrare nel loro mondo e a svelare i sottili intrecci tra natura e arte, tra sustrato e soggetto rappresentato.