Tommaso Campanella in Calabria. Tommaso Campanella studente nei conventi domenicani di Calabria tra il 1583 ed il 1589. Tommaso

Riferimento: 9788882383510

Editore: Città del Sole Edizioni
Autore: Romeo Domenico
Collana: Omnibus
In commercio dal: 13 Luglio 2023
Pagine: 120 p., Libro in brossura
EAN: 9788882383510
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Tommaso Campanella in Calabria. Tommaso Campanella studente nei conventi domenicani di Calabria tra il 1583 ed il 1589. Tommaso

Tommaso Campanella in Calabria. Tommaso Campanella studente nei conventi domenicani di Calabria tra il 1583 ed il 1589. Tommaso

 

Descrizione

...Tutte le discipline e l'intera scienza umana fiorirono tra i Calabresi, e quella che ora circola per le scuole da essi ha avuto origine. Platone infatti e il suo discepolo Aristotele furono allievi dei Calabresi, o meglio Aristotele lo fu di Platone, che in Calabria venne addottrinato. Platone invero da Atene si portò in Calabria e apprese ogni cosa da Timeo, Euticrate ed Arione tutti Locresi, secondo quanto afferma Cicerone nel quinto libro De finibus, mentre nel primo delle Tusculane proclama che ogni sua scienza deriva da Timeo. E Filolao da Crotone, ricordato da Platone nel Fedone, ammaestrò Archita di Taranto e Platone stesso, come racconta Cicerone nel terzo libro dell'Oratore; e da costoro a sua volta apprese Aristotele, maestro dei Peripatetici. Filolao infine lasciò tre libri sulla setta Pitagorica, che Platone acquistò dai parenti di lui per diecimila denari, componendo poi sulla loro traccia le sue opere... Molto altresì imparò Platone da Ipparco, astrologo di Reggio, da Ippia e da Teeteto, ch'egli introduce come interlocutori nei suoi dialoghi; e tutto ciò che Aristotele ha di buono l'ha appreso da Platone, e questi a sua volta da quei Calabresi... Anche Pitagora che per universale consenso è chiamato principe dei filosofi nel Della vecchiezza ciceroniano, fu calabrese, e da lui derivarono tutte le scuole filosofiche; quando la sua setta fu potente a Crotone, da tutto il mondo convenivano a lui filosofi e sovrani, come svariati scrittori raccontano, e dopo la sua morte la setta prosperò a Locri ed a Reggio sotto diversi capi, in un'epoca in cui innumerevoli filosofi e donne di rara sapienza, tutti autori di molteplici opere, fiorivano per l'intera regione... Se dunque Aristotele, dopo aver fatto man bassa delle loro dottrine, vuol contrapporsi a tutti i filosofi che dalla Calabria trassero origine ed ivi si nutrirono di sapienza, nessuno se la prenda con me per il fatto che respingo l'oltraggio fatto ai miei maggiori. (dalla Prefazione della Philosophia Sensibus Demonstrata)