Piero della Francesca. Sorella prospettiva. Inizio di Piero

Riferimento: 9788885527782

Editore: Risguardi
Autore: D'Alessio Pasquale
Collana: Fuori collana
In commercio dal: 06 Marzo 2023
Pagine: 186 p., Libro in brossura
EAN: 9788885527782
15,00 €
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Piero della Francesca. Sorella prospettiva. Inizio di Piero

Piero della Francesca. Sorella prospettiva. Inizio di Piero

 

Descrizione

«In fondo, Pasquale D'Alessio parla di un fantasma. E del più visibile e numinoso. Nonostante l'assoluto, il fantasma vuole incarnarsi in una vita: tale è il terribile struggente di questo testo poetico. Sempre che non ci si fraintenda: l'immaginazione del poeta non gioca con i riti della fantasia, bensì con quelli della pietà. D'Alessio vuole dare una vita a colui che è scomparso nella luce massima della pittura; a quel Piero della Francesca di cui nemmeno Giorgio Vasari, così pronto toscanamente all'aneddoto, riuscì a dare, oltre l'opera, una prova di esistenza. Tutto è occhi, pupille, la tenera luce, le linee e gli angoli tirati sul grande bianco del muro o della carta. Le cose sono forme geometriche, la luce è presa dal cielo per tornare in cielo, tra le trasparenze del disegno, come un silenzio luminoso. L'esistenza di Piero è ossessiva perché è felice: o è felice perché l'ossessione è aria, respiro, un vuoto perfetto, come dire il privilegio di una visione infinita e spossata. Ecco, la felicità non è che il desiderio dell'anima; e i desideri non sono che il chiaro del chiaro, l'oro puro della mancanza. Nella poesia di Pasquale D'Alessio, dilaga una specie di sottile paradosso: l'assoluto della vita e della poesia contiene una corda spezzata, la punta dell'ago che intreccia il vuoto al vuoto. È certo una tensione segreta, sebbene continua: pare il terribile di cui si diceva, giacché dare vita a un fantasma vuol dire accettare che la vita sia sempre inesistente e reale, anzi tanto più vera perché posta sulla soglia dell'impossibilità. Con perizia poetica (persino nei ricchi appunti finali sull'opera di Piero), D'Alessio riesce a intessere con sasso e oro tale pienezza della vanità che noi intendiamo luce e che il poeta, con sapienza, definisce il Diamante del sogno. O meglio: la vita è un respiro; l'opera sono le pupille cieche della visione; e la luce del fantasma è il diamante, ossia il giardino di colori che abbiamo tutti dentro, quello che la pittura italiana desidera dal primo segno sulla carta. Ecco, la luce del mare si riversa in cielo per farsi umana, più umana, in fondo meno terribile, sebbene abbagli con il suo monito di fine.» (Arnando Colasanti)