Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo

Riferimento: 9788866814085

Editore: Terra Nuova Edizioni
Autore: Associazione culturale 46° Parallelo (cur.)
In commercio dal: 05 Settembre 2018
Pagine: 244 p., Libro in brossura
EAN: 9788866814085
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Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo

Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo

 

Descrizione

La carta di Peters. Chi non la conosce, l'avrà trovata bizzarra. In un atlante tutti, da sempre, siamo abituati a vedere una carta più tradizionale, la cosiddetta carta di Mercatore, realizzata appunto con quella proiezione. Lo avete notato: è completamente diversa. Perché? Cerchiamo di spiegarlo, per chi non lo sa, facendo capire così la ragione per cui il nostro atlante sceglie di usare anche la proiezione di Peters. Rapidamente. Nel 1569 Gerardus Mercator, un famoso cartografo fiammingo, disegnò la carta che prese il suo nome. Tenete presente che era un uomo in fuga, inquisito per vari motivi. La sua carta non divenne subito popolare, anzi all'inizio non era accettata. Dopo 30 anni di incertezze, venne accolta e usata da tutti, soprattutto dai navigatori del 1600, dato che tracciò delle linee orizzontali e verticali, creando nuovi punti di riferimento e favorendo, così chi navigava e tracciava una rotta. In realtà, la sua proiezione deforma le aree, cioè le superfici dei Paesi, a causa della curvatura terrestre. Più ci avvicinavamo ai poli, più la superficie aumenta, creando problemi di comprensione della realtà. Convenzionalmente, però, nei secoli è diventata la nostra visione del mondo, anche se il pianeta non è così. Uno storico ha provato a disegnare una carta che rispetti le reali superfici dei continenti e degli Stati. È il tedesco Arno Peters che vi è riuscito nel 1973. Lo fece, ovvio, anche per ragioni ideali. Peters aveva scritto libri interessanti. Nel 1952 ne aveva pubblicato uno dal titolo: Storia del mondo otticamente sincronica. Quello che lui voleva era recuperare, anche attraverso il rispetto delle dimensioni di ogni singolo Paese, la dignità di ogni popolo, la sua dimensione. Era, insomma, una logica anticoloniale, che dava al Sud del mondo la stessa importanza del Nord. Sapendo che ogni proiezione della sfera sul piano impone delle deformazioni, Peters si rese conto che l'esatta proporzione delle superfici andava a scapito dell'esattezza delle distanze. I continenti assumevano così una forma allungata. Lui, comunque, propose la sua visione, che ha queste caratteristiche: fedeltà alla superficie: ogni area (Paese, continente, mare) è rappresentata secondo le sue reali dimensioni; fedeltà alla posizione: tutte le linee est-ovest sono parallele e orizzontali. Il rapporto di qualsiasi punto della carta con la sua distanza dall'equatore è subito identificabile; fedeltà all'asse: tutte le linee nord-sud sono verticali. La posizione di ciascun punto è immediatamente verificabile in termini di meridiano o fuso orario; totalità: la Terra è completamente rappresentata, senza tagli o doppie rappresentazioni; regolarità nella distribuzione degli errori: non sono concentrati tutti nelle aree più lontane dall'Europa; colori base per ogni continente: tradizionalmente, le colonie avevano lo stesso colore degli Stati colonizzatori. Peters sceglie un colore base per ogni continente e assegna ai singoli Paesi delle varianti, per evidenziarne le affinità e le radici comuni. Ecco, questa è la carta che avete visto e che diventa fondamentale nel nostro Atlante. Lo è perché crediamo che questa sia la corretta visione del mondo, con i suoi problemi e le sue contraddizioni. L'abbiamo adottata per dare coerenza al nostro lavoro, che è anche geografico. Vi accorgerete che nelle singole schede Paese le carte usate sono tradizionali: c'è una logica. Ogni Stato, fotografato dal satellite è identico a come lo abbiamo sempre visto sulla carta, non subisce deformazioni. Inutile cambiare, in questo caso. Buona lettura.