Nobil citta de la sirena. Cultura napoletana e poesia spagnola del Cinquecento (

Riferimento: 9788869732737

Editore: Salerno
Autore: D'Agostino Maria
Collana: Studi e saggi
In commercio dal: 25 Gennaio 2018
Pagine: 136 p., Libro in brossura
EAN: 9788869732737
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Nobil citta de la sirena. Cultura napoletana e poesia spagnola del Cinquecento (

Nobil citta de la sirena. Cultura napoletana e poesia spagnola del Cinquecento (

 

Descrizione

Attraverso percorsi di studio inediti o poco frequentati, il volume contribuisce a delineare il ruolo centrale che l'Umanesimo e il Rinascimento napoletani rivestirono per la produzione poetica spagnola della prima metà del XVI secolo. Il saggio iniziale affronta uno snodo cruciale della poesia di Juan Boscàn relativamente ai modelli strutturali e ideologici che soggiacciono alla costruzione del Libro II delle Ohras del poeta catalano, ripercorrendo, à rebours, un cammino che da Pietro Bembo conduce al De amore coniugali di Giovanni Pontano. Il secondo e il terzo studio, invece, propongono l'edizione critica di due componimenti poetici inediti, l'uno in italiano e l'altro in spagnolo, del misterioso e intrigante poeta-soldato Juan de la Vega, autore dei rarissimi Versos de Juan de la Vega pubblicati a Napoli per i tipi di Mattia Cancer nel 1552 e dedicati al viceré don Pedro de Toledo. Il primo testo, in ottave, si inserisce nel più vasto ambito dei poemetti encomiastici primo-cinquecenteschi dedicati alle dame della capitale partenopea, mentre il secondo è un interessante tassello dell'evoluzione del genere della missiva in versi nella poesia spagnola fra modello satirico ariostesco e "deriva" epistolare. L'ultimo saggio analizza le modalità di rappresentazione della regalità negli anni finali del viceregno di don Pedro de Toledo per evidenziare come, nei momenti di maggiore crisi dell'autorità vicereale, la propaganda filo-toledana abbia fatto ricorso ai "miti domestici" di epoca aragonese nel tentativo di avvicinare - almeno nell'immaginario collettivo - il governante di quella che era ormai una lontana provincia dell'impero alla dinastia che aveva reso possibile nel Regno di Napoli la costituzione di una nuova "età dell'oro".