«Libro de spirituale gratia» di Melchiade. Volgarizzamento umbro del «Liber Specialis Gratiae» di Matilde di Helfta (Gubbio, ms.

Riferimento: 9788846765635

Editore: Edizioni ETS
Autore: Bertini Malgarini P. (cur.), Vignuzzi U. (cur.)
Collana: Biblioteca dei volgarizzamenti
In commercio dal: 08 Novembre 2023
Pagine: 336 p., Libro
EAN: 9788846765635
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«Libro de spirituale gratia» di Melchiade. Volgarizzamento umbro del «Liber Specialis Gratiae» di Matilde di Helfta (Gubbio, ms.

«Libro de spirituale gratia» di Melchiade. Volgarizzamento umbro del «Liber Specialis Gratiae» di Matilde di Helfta (Gubbio, ms.

 

Descrizione

Alla fine del XIII sec., nel monastero cistercense di Helfta (uno dei centri più importanti della spiritualità tedesca del periodo), Matilde di Hackeborn rivelò alla sua allieva Gertrude e alla sconosciuta sorella N. una serie di visioni. Le due monache trascrissero questa narrazione mistica in latino e così nacque il Liber specialis gratiae. Il Liber godette, dal XV fino almeno al XVI sec. (ma con ramificazioni fino al XVIII), di una notevole fortuna: trasmesso (generalmente con il titolo di Liber Spiritualis Gratiae) da numerosi manoscritti in latino, conobbe anche (nel '400) volgarizzamenti in medio olandese, medio alto tedesco, medio svedese e medio inglese (spesso con tradizioni ricche e complesse). Alle traduzioni nelle varie lingue europee si aggiunge ora il volgarizzamento umbro sconosciuto (fine XV o inizio XVI secolo), conservato nel Fondo Armanni dell'Archivio di Stato di Gubbio (ms. 1 G 2), intitolato Libro de Spirituale Gratia della beata Melchiade. L'identificazione di questo volgarizzamento costituisce un importante punto di partenza per la ricostruzione dei rapporti (in particolare in prospettiva cultural-linguistica) del monastero della SS. Trinità di Gubbio con i monasteri di Monteluce a Perugia e di S. Lucia a Foligno, i due principali centri del movimento osservante femminile umbro, soprattutto nella seconda metà del XV secolo. Anche sul piano storico-linguistico, si tratta di una testimonianza preziosa per la ricostruzione di un contesto linguistico marcatamente femminile in cui proficuamente s'incontrano registri alti e presenze localistiche.