I colori della mia vita

Il libro è stato prodotto all'interno di un carcere, utilizzando la bravura e l'ingegno prima che le attrezzature e le materie prime. In una cucina normale, di un ristorante qualunque, si può "uscire" ed andare al mercato per scegliere verdure, carni, pesce e quant'altro o telefonare al fornitore per avere l'ultimo "slicer" ceramico, un forno ventilato o... qualsiasi altra cosa. In una "normale" tipografia si sarebbero potuti scegliere carte a iosa, utilizzare stampanti ipertecnologiche, attrezzature per la finitura, la rilegatura, colle e materiali di ogni tipo. Invece eravamo in un carcere ed i piatti sono stati prodotti in una cella, dovendo inventare e supplire con la conoscenza e l'ingegno alla mancanza degli attrezzi essenziali, coltelli, grattugie, slicer, impastatrici, frullatori: quello che c'è a casa vostra. Per non parlare delle materie prime, perché anche se la struttura consentiva una discreta libertà, quando si ordinava bisognava avere fortuna. Questo è il bello di questo libro: ogni volume è unico, non ce ne sono due uguali, perché ognuno è fatto a mano. Ed è la dimostrazione che quando abbiamo passione, si possono vincere le sfide "impossibili".