Tatà.

Tatà.

“Zia Colette è morta due volte. Nel 2007 quando vivevo a Los Angeles e la mia vita era perfetta e nel 2010 quando tutto è andato a rotoli, Pierre mi ha lasciato per “quella” la giovane attrice e io sono andata nel panico, la mia vita si è bloccata e non ho più idee per nuovi film. Pierre non era solo l’attore principale, ruotava tutto attorno a lui”. 

Questo è quello che realizza dopo un po’ Agnes Septembre, dopo aver ricevuto una telefonata dalla gendarmeria che la informa del decesso di sua zia Colette Septembre. Ricorda molto bene quando nel 2007, l’amico più caro di sua zia, Louis, l’ha chiamata per informarla che Colette se n’era andata per sempre dal regno dei vivi. Lo ricorda perché viveva a Los Angeles e tutto si era svolto così in fretta che non era riuscita a tornare a Guegnon, il piccolo paese della Borgogna dove passava le sue estati insieme a Tatà, zia Colette. 

Ora nell’ottobre 2010 tutto sembra irreale, cosa è successo realmente, chi era sua zia, cosa le ha nascosto, come ha fatto a morire due volte? Questo è molti altri interrogativi affollano la mente di Agnes e nello stesso modo si affollano i personaggi che via via sciolgono l’intricata matassa intessuta dalla scrittrice del romanzo.

Valerie Perrin, scrittrice pluripremiata e che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, in questo romanzo, scritto molto bene, sembra però perdersi lei stessa tra le pieghe della storia che ha voluto raccontare, forse questo libro contiene molte più intimità della vita stessa di Valerie Perrin e in quanto tale più difficile da domare ma da lettore, posso dire che la storia risulta un po’ troppo complicata e a tratti noiosa. Forse un po’ troppe le vite che Valerie Perrin ha voluto raccontare nel suo libro, nella speranza di dare un po’ di spazio a tutti, ci aspettiamo quindi nuove idee e nuovi romanzi da questa grande scrittrice. 

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