Con “Soledad”, De Giovanni ci porta a Napoli nel dicembre 1939, durante il quale l’Italia sta per vivere il suo ultimo Natale di pace. Natale è il giorno in cui si siede a tavola tutti insieme, si mangia quel poco che c’è e si brinda toccandosi i bicchieri. Natale dovrebbe essere la festa in cui non si dovrebbe avere mai dei pensieri tristi ma … la morte non riconosce le feste e quel bussare alla porta di Maione vuol dire che un brutto omicidio ha brutalmente spezzato la magia dell’attesa. Una telefonata ha appena annunciato la scoperta del cadavere di una giovane donna, Erminia Cascetta, forse assassinata. Al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione non resta che recarsi subito sul teatro del delitto dove, come spesso succede, Ricciardi farà da solo il primo sopraluogo e cercare di scoprire l’identità dell’assassino.
A prima vista si potrebbe pensare che anche la vittima fosse una donna sola della quale si conosceva a una vita diversa, libera. Senza problemi economici. Ma perché stata uccisa e da chi? Chi l’ha uccisa potrebbe averlo fatto perché la giovane donna avrebbe voluto scegliere un’altra vita?
Ma le testimonianze e le tracce confondono, rischiano di portare fuori strada. Un omicidio che vedrà coinvolti nomi importanti, nomi di personaggi che contano nella comunità. Potrebbe portare alla luce scottanti segreti. Al di là del giallo è la solitudine il filo che ricorre nel libro, quella solitudine familiare con la quale anche il commissario Ricciardi deve convivere, una solitudine che spesso è seduta accanto a molti di noi. Ma è anche un romanzo dove l’amore tenta di rinascere, forse … come l’anno che verrà. Consigliato.
Soledad.
Da: Marco -
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