Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo di questo saggio che si legge con piacere in poche ore. «Le cose per cui verremo ricordati – scrive Severgnini – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto ma la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste».
Con molta ironia e con l'aiuto della nipotina Agata, che insegna il disordine quotidiano (e decora il busto di Socrate con palloncini), Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni difficili che stiamo attraversando. Non diventare un vecchio noioso è l'imperativo di questo libro. L'autore esorta a indossare con eleganza la propria età. Per riuscirci, bisogna comprendere il potere della gentilezza, imparare dai fallimenti, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno sicuramente idee fresche. Il messaggio è chiaro: bisogna accettare che c'è un tempo per ogni cosa, e che le generazioni più giovani hanno bisogno di spazio e incoraggiamento, non di “anziani insopportabili”. È una lettura per tutti, ma tocca in particolare chi è vicino all'età senile e si sente sconvolto dal tempo che passa e che cambia tutto, anche i sentimenti!
Il libro inizia con una scena esilarante in un aeroporto sardo: un uomo anziano corre spasmodicamente, parla incessantemente, e si fa notare con il suo look originale e i suoi modi stravaganti. Da qui parte una riflessione sul cambiamento e sulla sua accettazione, sui valori che possono salvarci da questa corsa senza soluzioni, sulle cose che ci aiutano a invecchiare con consapevolezza e armonia. Da leggere.
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