Ophélie si vendica.

Ophélie si vendica.

Ophèlie ha solo sette anni quando vede sua madre morire. Il padre violento e ubriaco, una sera dopo l’ennesimo litigio, l’ha costretta a correre velocemente fuori di casa per evitare di essere picchiata e dopo poco è stata trovata cadavere nel viadotto vicino al condominio dove abitano. Tutto sembra far pensare che sia stato lui ad averla spinta oltre il parapetto ma lui all’inizio nega, non ricorda, era troppo ubriaco. Nessun testimone, a quanto pare, solo un grande dolore. Eppure sua madre aveva avvertito l’assistente sociale che li seguiva da tempo che il marito era molto violento, che quella sera non trovando soldi in casa sarebbe andato su tutte le furie, e sarebbe stato pericoloso. A nulla sono serviti gli scongiuri della madre e questo è quello che Ophèlie ricorda molto bene di quella sera. La sua vita da quel momento in poi non sarà più la stessa, covando odio profondo verso il padre e verso l’assistente sociale che non li aveva ascoltati, sempre alla ricerca di verità e vendetta. Michel Bussi, uno degli autori più amati in Francia e molto apprezzato anche in Italia, torna con un noir che tiene incollati fino all’epilogo finale, con tinte che ricordano la tragedia greca e i grandi classici del giallo. Autore dal mio punto di vista molto apprezzato anche per la sua capacità unica di creare situazioni e personaggi sempre nuovi e che sanno tessere un dialogo unico nel suo genere tra storia e attualità. Cinque stelle 

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