«Dio, aiutami. Farò tutto quello che mi mostrerai nella tua infinita generosità, te lo prometto, ma ora salvami, ti prego. Ho solo sedici anni e non posso morire così.»
Deve essere stato difficile per Loveth Kingsley ricordare e mettere nero su bianco ciò che ha vissuto a 16 anni durante il “viaggio della speranza”, quel viaggio in cerca di una libertà, ahimè sconosciuta in Nigeria e in molte altre parti del mondo, per portarla in Italia. Pagine intense che raccontano la vita nel suo paese a Benin City, la sua famiglia, le bugie e gli inganni degli adulti, il terribile viaggio nel deserto del Sahara fino in Libia. L’orrore e le violenze che ha visto in quelle “prigioni disumane”. Infine il viaggio su un barcone che l’ha portata a Lampedusa. Molti ricordi sono stati cancellati, forse volutamente, forse inconsapevolmente, ma quelli raccontati sono sufficienti a farci vivere emozioni forti e ripensare il nostro posto nel mondo. Questo diario romanzato è un importante contributo letterario perché scritto e rivissuto da chi l’ha veramente subìto. Chi ha visto il film di Garrone Io Capitano, potrà rileggere e rivivere nel libro alcune di quelle scene. Ora Loveth sta a Torino e si appresta alla maturità con la voglia di frequentare l’università. Lettura consigliata, scrittura semplice adatta a un pubblico sensibile, lo consiglierei anche come letture nelle scuole superiori. Consigliato.
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