Finalmente un libro raro, che si fa leggere con l'urgenza, la sete, di arrivare fino in fondo. Bisognava metterci Torino, il Novecento dopo il Mille, Gustavo Adolfo Rol,
una macchina da scrivere su cui digita la storia uno che riesce a scrivere davvero solo se la cosa gli è proibita... E poi... Abbiamo una donna che due amici amano al contempo, un amore non vissuto, lo spirituale che plasma la materia, che la muove, che se non stai attento bene ti trapassa col pensiero...
E c'è il Po, che serpeggia gorgheggiando lungo la spirale buia degli Eventi che poi cambiano l'Italia.
Sì, certo, sono pagine dove girando ti capita di incontrare Fellini mentre immagina le visioni giuste per uno dei suoi film, e dove, anche, assistiamo stupefatti ad una serie di esperimenti che non possono essere mai replicati.
Sono gli esperimenti di Rol.
Così... Lo sguardo non si aggira più su questo mondo solamente,
e, mentre la neve frana dalle guglie e dagli spigoli delle cattedrali, sogghignano socchiusi gli occhi delle statue affacciate sopra il vuoto.
Un orologio batte e va a ritroso...
Pupille di marmo brillano ed accolgono la figura del Viandante spuntata - sì, a rovescio - dal mazzo degli Arcani.
E' un libro dove uomini come il Giocatore di Dostoevskij bevono le loro notti smisurate dentro i bicchieri colmi delle proprie solitudini, dove gente puntellata fragilmente su banconi di bar che mi ricordano Hopper, spingono al limite quei giri di mano dove tutto è già stato scommesso e non resta che pagare coi frantumi ciò che avrebbe potuto essere se solo certe vite non andassero a basarsi sempre e solo sui rimpianti.
Ma questa è anche una storia dove un certo grado di redenzione è possibile.
Oh, come mi piace Francesca Diotallevi! Come scrive bene, com'è riuscita a comporre un meccanismo perfetto per la struttura di questa storia che andava senz'altro raccontata!
Scrittrice dalla penna sicura e piena di bellezza.
Neri Pozza con ghiaccio nell'estate rovente.. Fammene un altro.