Agro Punjab. Lo sfruttamento dei sikh nelle campagne di Latina

Riferimento: 9791254801611

Editore: Nottetempo
Autore: Cicculli Francesca, Prandi Stefania
Collana: Cronache
In commercio dal: 01 Novembre 2024
Pagine: 144 p., Libro in brossura
EAN: 9791254801611
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Agro Punjab. Lo sfruttamento dei sikh nelle campagne di Latina

Agro Punjab. Lo sfruttamento dei sikh nelle campagne di Latina

 

Descrizione

Tra i principali produttori di kiwi nel mondo c'è l'Italia. La regione più fertile è il Lazio, in particolare la provincia di Latina. Ma i dolci kiwi dell'Agro Pontino nascondono l'amaro delle ingiustizie e dello sfruttamento. A raccoglierli, infatti, sono migliaia di braccianti extracomunitari, provenienti principalmente dallo Stato del Punjab, in India, di religione sikh. Vittime di violenze e intimidazioni e privati delle tutele sindacali, la maggior parte di loro ha contratti irregolari e lavora senza turni di riposo, a volte anche quattordici-sedici ore al giorno, per paghe misere. E costantemente a rischio infortuni: come ha mostrato, nella maniera più crudele e feroce, il caso di Satnam Singh, bracciante sikh morto nel giugno del 2024. Questo libro è il risultato di un'inchiesta realizzata nel corso di un intero anno tra il Punjab e quell'Agro Punjab che è oggi la provincia di Latina. Francesca Cicculli e Stefania Prandi raccontano le storie spesso taciute dalle stesse vittime, terrorizzate dalle ritorsioni, e occultate dall'alto per coprire gli interessi dei più forti. Soprattutto, ricostruiscono la lunga catena di cause e responsabilità che sta dietro allo sfruttamento: una catena che coinvolge intermediari indiani e finte agenzie di viaggio, ma anche imprenditori italiani, cooperative agricole, multinazionali ed enti di certificazione. Come nota nella sua postfazione Marco Omizzolo, sociologo e attivista da anni al fianco dei braccianti sikh, Agro Punjab parla di noi stessi, del modo in cui abbiamo organizzato le nostre istituzioni, del nostro modello di impresa e della cultura che ispira la nostra capacità di dare ordine al mondo. Postfazione di Marco Omizzolo.